Energia dal mare
Non è la prima volta che su un sito come il nostro nel quale si parla principalmente di turafalle per uso principalmente rivolto alla nautica e di teak in generale, non è la prima volta, dicevamo, che si va a discutere di sostenibilità dell'industria che riguarda il mare e le barche in particolare.
Tempo fa avevamo discusso di quanto poco, ancora, si ponga attenzione all'ecologia nel mondo delle imbarcazioni.
Si diceva, ad esempio che le vernici sono da sempre un argomento dolente per l'ambiente, soprattutto le 'antivegetativè, quelle date sulla parte immersa degli scafi per evitare che si riempiano di alghe e conchiglie. Per svolgere bene il loro lavoro sono cariche di veleni che rilasciano a poco a poco nell'acqua anche quando stanno ferme nei porti. Insomma, pare che l'equilibrio tra il mare e l'industria che permette all'uomo di solcarlo, non sia mai stato stabilito. Fino ad oggi.
In ambito di sostenibilità la Francia ha avviato un programma di investimenti che porterà alla costruzione di cinque impianti eolici offshore nel breve medio periodo, sfruttando il mare nel migliore dei modi possibili, ovvero sfruttandone il vento e gli immensi spazi aperti.
Un'azione che verrà sviluppata concretamente nel corso dei prossimi anni, e che dovrebbe consentire alla Francia di raggiungere il proprio obiettivo di generazione di energia da fonti rinnovabili pari al 23% del totale, entro la data del 2020. (fonte)
Certo, un discorso come questo non ha molto a che fare con le imbarcazioni o con la nautica, ma siccome il mare che solchiamo è lo stesso per tutti e le sue enormi dimensioni non lo rendono invulnerabile all'inquinamento, ci sembra corretto ogni tanto portare l'attenzione proprio sul mare, e non direttamente sulle barche.