Nel nostro futuro, neppure troppo lontano, leoni e tigri saranno estinti. Sembra che potrebbero essere sufficienti appena 15 anni per condannare definitivamente i grandi felini selvatici del nostro pianeta. La colpa è nemmeno a dirlo dell'uomo, che tra bracconaggio e insensati riti tribali ha ridotto di numerose migliaia gli esemplari delle diverse specie.
Il triste primato di felino più a rischio sembra al momento spettare alle tigri, maestosi animali passati in appena cinquant'anni da oltre 50mila esemplari a poche migliaia. Il tutto per quale motivo? Denaro e altre follie dell'uomo: un bracconiere ricava oltre 40mila dollari vendendo le varie parti della tigre, da cui spesso si ricavano improbabili afrodisiaci o rimedi “miracolosiâ€.
La situazione è critica non solo per tigri e leoni, nonostante questi ultimi non debbano solo combattere con i bracconieri e un habitat sempre meno adatto a loro. àˆ abitudine di molte comunità africane cospargere gli animali morti abbandonati di veleno, così da uccidere le iene che dovessero cibarsene. Piccolo particolare sul quale probabilmente i solerti abitanti umani non si sono soffermati è del come sia frequente che i pasti delle iene siano interrotti dall'arrivo di un leone che mangerà dalla stessa preda. Il risultato ovviamente è la morte di entrambi.
I numeri sono allarmanti ed è doveroso renderli noti, perchà© un cambiamento di rotta è urgente e necessario. Addirittura, secondo quanto affermato dal documentarista e naturalista Dereck Joubert a USA Today:
A questo ritmo rischiamo di veder estinguere i grandi felini nel giro di 10-15 anni.
Le tigri, come già citato, sono passate in mezzo secolo da oltre 50mila unità a poche migliaia, con analogo percorso seguito dai leopardi delle nevi, scesi a poche migliaia con un calo del 20% in appena 16 anni. Non va meglio ai leoni, che tra bracconaggio, unguenti magici, habitat divorato e avvelenamenti sono scesi a meno di 40mila (-30% in appena 20 anni).
Non va meglio neppure a leopardi e ghepardi: i primi scendono di 50mila esemplari dai 750mila contati in precedenza, mentre i secondi risulterebbero appena 33mila (un calo di 12mila unità ). Ulteriore aggravante è la sempre più ristretta cerchia riproduttiva, che costringe le varie specie feline a riprodursi in maniera frequente tra consanguinei, con il risultato di compromettere la salute dei futuri animali.
La criticità del momento ha spinto una rivista del livello del “National Geographic†a lanciare una campagna per la salvaguardia dei grandi felini, intitolata appunto “Big Cats Initiativeâ€. Lo scopo è di raccogliere fondi per poter mettere in atto concrete iniziative di protezione di queste specie a forte rischio estinzione. Durante l'ultima festa di Halloween, alcuni volontari si sono recati casa per casa non per il solito “dolcetto o scherzettoâ€, ma per chiedere sostegno a questa preziosa causa.
Un progetto importante, che perಠda solo non basta. Iniziative del genere devono moltiplicarsi e soprattutto smuovere i governi mondiali, gli organi davvero in grado di spostare l'ago della bilancia a favore di un pianeta sempre in balia delle conseguenza delle errate scelte umane.