Poca attenzione all'ambiente nel campo della nautica
A Genova, più precisamente al salone nautico di Genova, è emerso un discorso molto particolare, una questione che fino ad oggi non era stata sollevata o era stata sfiorata solo in parte e da lontano: il problema della sostenibilità della nautica.
Il presupposto è che un veicolo o un mezzo che si muove, qualunque esso sia, di ogni materiale e qualunque propulsore usi, ha un peso ambientale che deriva dalla costruzione, dai materiali usati e dall'uso stesso che ne viene fatto.
Tutto questo, letto su un sito che parla di teak sintetico o finto teak potrebbe sembrare un controsenso ma la produzione di un materiale naturale in forma sintetica e industriale non è detto che sia meno sostenibile dello sviluppo naturale appunto.
Per fare un esempio pratico l'abbattimento di un albero dal quale si ottiene il teak per barche potrebbe essere meno sostenibile e più dannoso per l'ambiente di quanto non possa essere produrre un materiale uguale e con migliori caratteristiche in laboratorio.
Detto questo, vogliamo riportare un pezzo dell'articolo riguardante appunto la fiera di Genova, articolo che troverete in versione integrale a questo indirizzo.
“Il rapporto tra mare e ambiente è inscindibile. Chiunque sia preoccupato delle sorti del nostro pianeta guarda il mare con attenzione e apprensione. Per questo stupisce un pò che al 50/o salone nautico di Genova le novità verdì siano ancora così poche.
Per i motori, a parte discussioni piuttosto accademiche sull’utilizzo del gpl o addirittura dell’idrogeno, una sola ditta, la Nanni Diesel, espone un propulsore ibrido. Si tratta di un motore ’doppiò (che costa quasi in proporzione) in cui alla parte tradizionale è unito un propulsore-generatore elettrico in grado anche di ricaricare le batterie quando si va a vela sfruttando l’elica come una dinamo. Si potrà così entrare e uscire dai porti in silenzio ma soprattutto senza inquinare.
Le vernici. Sono da sempre un argomento dolente per l’ambiente, soprattutto le ’antivegetativè, quelle date sulla parte immersa degli scafi per evitare che si riempiano di alghe e conchiglie. Per svolgere bene il loro lavoro sono cariche di veleni che rilasciano a poco a poco nell’acqua anche quando stanno ferme nei porti”.
Il presupposto è che un veicolo o un mezzo che si muove, qualunque esso sia, di ogni materiale e qualunque propulsore usi, ha un peso ambientale che deriva dalla costruzione, dai materiali usati e dall'uso stesso che ne viene fatto.
Tutto questo, letto su un sito che parla di teak sintetico o finto teak potrebbe sembrare un controsenso ma la produzione di un materiale naturale in forma sintetica e industriale non è detto che sia meno sostenibile dello sviluppo naturale appunto.
Per fare un esempio pratico l'abbattimento di un albero dal quale si ottiene il teak per barche potrebbe essere meno sostenibile e più dannoso per l'ambiente di quanto non possa essere produrre un materiale uguale e con migliori caratteristiche in laboratorio.
Detto questo, vogliamo riportare un pezzo dell'articolo riguardante appunto la fiera di Genova, articolo che troverete in versione integrale a questo indirizzo.
“Il rapporto tra mare e ambiente è inscindibile. Chiunque sia preoccupato delle sorti del nostro pianeta guarda il mare con attenzione e apprensione. Per questo stupisce un pò che al 50/o salone nautico di Genova le novità verdì siano ancora così poche.
Per i motori, a parte discussioni piuttosto accademiche sull’utilizzo del gpl o addirittura dell’idrogeno, una sola ditta, la Nanni Diesel, espone un propulsore ibrido. Si tratta di un motore ’doppiò (che costa quasi in proporzione) in cui alla parte tradizionale è unito un propulsore-generatore elettrico in grado anche di ricaricare le batterie quando si va a vela sfruttando l’elica come una dinamo. Si potrà così entrare e uscire dai porti in silenzio ma soprattutto senza inquinare.
Le vernici. Sono da sempre un argomento dolente per l’ambiente, soprattutto le ’antivegetativè, quelle date sulla parte immersa degli scafi per evitare che si riempiano di alghe e conchiglie. Per svolgere bene il loro lavoro sono cariche di veleni che rilasciano a poco a poco nell’acqua anche quando stanno ferme nei porti”.